di Enrico Buongiovanni
“Le idee fisse sono come i crampi ai piedi, il miglior rimedio è camminarci sopra.”
(Søren Kierkegaard )
L'aforisma di oggi appartiene a Søren Kierkegaard, filosofo, teologo e scrittore danese, secondo molti studiosi i suoi pensieri hanno gettato le basi dell'esistenzialismo.
Con le sue parole Kierkegaard ci spiega perfettamente quanto i pensieri ossessivi e le fissazioni rubino e tolgano tempo ed energie al nostro vissuto presente e futuro, chiudendoci così in una sorta di limbo, dal quale ci sarà possibile uscire solamente grazie a noi stessi, lasciando perdere ciò che continua a farci solamente perdere energie e dando invece importanza e attenzione ai nostri progetti e idee.
Cos'è un ossessione ?
L'ossessione, anche detta fissazione o preoccupazione persistente è uno stato psicologico, all'interno del quale la persona si trova assillata da idee, immagini, pensieri o addirittura ricordi, i quali si presentano nella mente in maniera continua, vissuti come intrusivi e paralizzanti per il proprio percorso di vita.
In parole più semplici non è altro che un pensiero fisso dal quale la persona non riesce a liberarsi, venendone così sistematicamente tormentata.
Chi è colpito da pensieri ossessivi, si trova il più delle volte a dover fare i conti con lo stato di disagio e di ansia che esse provocano, pur essendo consapevole della loro irragionevolezza può rimanere comunque estremamente difficile riuscire a liberarsene.
Quanto può incidere all'interno della nostra vita ?
Il dramma è proprio questo, ovvero quando un pensiero ossessivo, tenendo fede al nome che porta non ci da tregua, tormentandoci senza sosta e suscitando in noi sensazioni sgradevoli che a lungo andare possono provocare in noi un senso di inadeguatezza, fino a scarsa autostima.
Proprio per questo motivo è importante prevenire questi pensieri, affinché non ci portino ad avere problemi interni nella gestione della nostra vita e delle nostre emozioni.
Da dove nascono i pensieri parassita ?
Da dove nascono e perché, queste sono le domande che chiunque di noi dovrebbe porsi ogni volta che sente l'appesantimento provocato da questi pensieri “parassiti”.
Perché li chiamo parassiti, semplice, perché secondo me, questa è la loro maggiore funzione ovvero oltre a risucchiare le nostre energie sia fisiche che psichiche hanno il potere di farci perdere di vista i nostri reali obbiettivi.
Pensaci attentamente quanto tempo ci ritroviamo a perdere dietro a pensieri, idee, ricordi che continuano solamente a distrarci angosciarci e farci smarrire la strada che percorriamo.
Una ragazza di una trentina d'anni circa, mi confidò i suoi pensieri ossessivi, di quali non riusciva a rifuggire e che giorno dopo giorno continuavano a farla sentire inadeguata e non all'altezza delle situazioni nelle quali si immergeva.
Sapeva benissimo che le sue ossessioni non avevano alcun motivo fondato o reale e che nulla di ciò che la sua mente partoriva durante quello stato catatonico poteva essere benefico a lei o alla sua sfera emotiva.
La sua ossessione era molto particolare, ed è stata, almeno per me, la prima volta che ne ho sentito parlare da qualcuno.
Mi raccontò la sua storia di adolescente, una tipica ragazzina ribelle e imprevedibile, insomma niente di distante dal target identificativo di molti altri adolescenti, crescendo ovviamente è maturata e molto cambiata, sorprendendo perfino se stessa; mise la testa apposto e una volta conseguiti gli studi, finì col lavorare per una testata giornalistica a livello locale.
Insomma il suo percorso di vita apparirebbe come quello di una persona pienamente realizzata che dall'adolescenza arriva a trovare la propria strada, la propria passione ed infine a costruirsi il proprio cammino con le sue sole forze.
E invece non era così per lei, già lei, costantemente nel tempo ripensava a come i suoi coetanei la vedevano da adolescente, e ciò la infastidiva voleva mostrare a tutti il suo cambiamento e la sua “rinascita” quasi come se tutto il lavoro fatto su e per se stessa acquisisse veramente valore solo se altri avessero emesso un verdetto positivo.
Piano piano col tempo e dopo molte chiacchierate arrivò a capire che ciò che era diventata e gli obbiettivi che aveva realizzato erano frutto di un suo duro lavoro e che non importava assolutamente se altri avessero notato o meno il suo effettivo cambiamento, l'unica cosa veramente importante era se lei si sentisse realizzata per ciò che col tempo e con fatica aveva costruito.
La sua ossessione quindi era un buon insieme di ancoraggio al passato e della ben più comune fissazione del giudizio degli altri (ho trattato già quest'ultimo tema nell'articolo “Come non curarsi del giudizio degli altri”).
Quindi cosa possiamo apprendere dall'esempio che ti ho fornito ovvero quello di una persona realizzata ma piena di ossessioni?
Che in preda alle proprie fissazioni aveva messo in stand-by la sua vita, non riuscendo nemmeno più a darsi il giusto merito per i propri progressi ed il giusto riconoscimento per quello che aveva costruito con la sua vita, per fortuna questa storia ha avuto un lieto fine, ed è riuscita a riprendere in mano tutto ciò che aveva costruito.
Come si sconfiggono quindi i pensieri ossessivi?
La risposta aa questa domanda è molto più semplice di quanto tu possa credere e ovviamente non vale solo per l'esempio che ho portato, ma bensì per ogni tipo di ossessione.
- Ricorda sempre che un'ossessione non è quasi mai un problema reale ma solo la tua mente che richiama all'attenzione questioni irrisolte oppure in altri casi piccole paure, immagini e timori che in realtà non hanno nessuna se non pochissima attinenza con la realtà.
- Le ossessione crescono man mano col tempo se non le fermi, e più loro crescono più la tua autostima ed il tuo senso di fiducia nelle tue capacità ne usciranno distrutti.
Quindi la soluzione è una sola tieni a mente chi sei, ciò che hai fatto e quanti risultati hai raggiunto, la tua autostima è la tua ancora di salvezza per ogni cosa, più essa sarà grande più tu sarai inattaccabile.
Se proprio vuoi guardare nel tuo passato fallo solo per riconoscerti i meriti dei tuoi progressi, se un tuo pensiero inizia a diventare fisso in maniera continua, molto semplicemente vai all'origine di quel pensiero ricordando sempre che la mente che la produce è la tua quindi con esso vi è anche la soluzione, non dare mai colpe o demeriti ad altri, ma lavora sol su te stesso.
Tu non sei il tuo passato, non sei la cascata continua dei tuoi pensieri, ma sei solamente la magnifica persona che passo dopo passo ha superato avversità e ostacoli trasformandosi in ciò che sei adesso.
Complimentati con te stesso dando peso solo ai tuoi obbiettivi, accresci la tua autostima e più sentirai realizzata la tua vita, più sarai inattaccabile dai pensieri parassita.
Complimenti per ciò che sei.
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Woods (venerdì, 09 marzo 2018 18:57)
Mi serviva, grazie