Storie di vita: prigioniera della depressione

Di Enrico Buongiovanni 


"Ho commesso il peggior peccato che potessi commettere: non sono stato felice”


Jorge Luis Borges


L'aforisma per questo articolo appartiene a Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo è stato uno scrittore, poeta, saggista, traduttore, filosofo e accademico argentino. 

Le opere di Borges hanno contribuito alla letteratura filosofica e al genere fantastico. 

Le sue parole ci portano ad una profonda riflessione, ovvero che molte volte focalizziamo la nostra attenzione su quello che ci manca e non su quello che abbiamo, tale condizione ci porta dunque a vedere solamente il bicchiere mezzo vuoto, rendendoci ciechi di fronte alle bellezze e alle meraviglie che ci circondano.


1-Depressione: un nemico invisibile 

Questa è la storia di Sara, una ragazza di 27 anni, i suoi capelli lunghi e lisci sono di un nero corvino, i suoi occhi color nocciola sembrano custodire i segreti di un mondo intero al loro interno.

La guardi, le parli, noti subito il suo animo sensibile, forse troppo per questo mondo corrotto.

La sua condizione è presto detta, non trova più passione in ciò che compie, ogni azione le sembra vuota, ogni sentimento vano, è come un'esploratrice, la quale ha passato l'intera vita a cercare un tesoro sepolto, ma dopo tanto scavare senza riuscire a trovare niente che la aiutasse a completare quel puzzle chiamato vita...ecco che sembra essersi arresa, rimanendo ferma, inerme alle intemperie dettate dal tempo e dagli avvenimenti, aspettando qualcosa che possa garantirle quella lontana serenità che un tempo provava.

Si dice che la depressione sia uno stato dovuto al continuo vivere nel passato, rimanendo dunque intrappolati fra gli errori e gli sbagli di un tempo, chi vive immerso in questa dinamica, non comprende sé stesso, non si concede alcun margine di errore, trovandosi dunque di fronte a due possibili scelte: 


1-accettare ciò che è stato e andare avanti, rendendosi conto che siamo esseri umani ai quali è concesso compiere errori al fine di migliorare noi stessi


2-rimuginare continuamente ed incessantemente su quanto è andato storto, sui nostri errori, sulle nostre colpe, sui nostri sbagli, senza comcederci un minimo di comprensione


Questo secondo stadio era quello in cui Sara viveva ormai da tempo, ha ricevuto grosse delusioni in passato, un uomo ben più grande di lei, le fece perdere la testa a soli 20 anni, purtroppo come spesso accade, le persone malvage non si rivelano subito per quello che sono, celando e nascondendo la loro vera immagine dietro ad una densa cortina di fumo.

La relazione andò avanti per molti anni, ma nonostante i suoi genitori l'avessero messa in guardia a causa di certo atteggiamenti dell'uomo, lei non se  e curò, compì così il più grande degli errori, quello di giustificarlo sempre.

Tale "amore" si rivelò essere una vera e propria dipendenza affettiva da parte sua, visse così tanto nella continua ricerca di un amore, da non riuscire ad accettare la realtà dei fatti, fino al momento in cui iniziò il peggiore degli incubi, con la convivenza.

Vivere assieme per lei doveva essere il più grande inizio possibile, invece si rivelò essere il più grande degli errori.

Inizialmente erano le parole ad essere dure, poi lo divennero i modi, ed infine la gelosia patologica del compagno fini per spezzarla.

Meschino il destino alle volte, come decide di farsi beffa di noi, la persona che teoricamente dovrebbe amarti e proteggerti, finisce con l'essere il tuo carnefice.

Bene presto il rapporto si trasformò in un vero e proprio abuso psicologico, lui la isolò da tutti i suoi cari, le amicizie, le conoscenze, purtroppo da parte sua, lei non era vista come una persona, ma come un oggetto di sua proprietà.

In quel periodo perse molto peso, ma i chili non furono l'unica cosa che andava scomparendo, ma con essi anche i suoi sentimenti, la sua felicità e la sua spensieratezza.

Vivendo accanto a qualcuno che non fa altro che svilire, ecco che inizi realmente a sentirti di poco conto.

All'ennesimo abuso fisico, lei riuscì ad avere un moto d'orgoglio, scappò da quella casa che si rivelò essere la peggiore delle prigioni.

Tanto ancora ci sarebbe da dire rispetto a questa storia, molto sarebbe ancora da scrivere.

Sara con molte difficoltà riuscì a fuggire, liberandosi da un rapporto abusivo, il quale però le procurò profonde cicatrici nell'animo.

Una depressione profonda, una profonda perdita di speranza riguardo il futuro, ed il continuo colpevolizzarsi per quello che fu il suo passato.

Eppure a vederli adesso quei suoi occhi, ora alimentati dall'amore puro e incondizionato di amici e parenti, ecco che la vecchia luce di un tempo, se fai ben attenzione, adesso riesci a notarlo riaffiorare.

La battaglia è ancora lunga e difficile da affrontare, ma piano piano ecco che il suo cuore rinizia a battere al ritmo della speranza.