Di Enrico Buongiovanni
"Se per la tua gioia hai bisogno del permesso di altri, sei proprio un povero sciocco."
Hermann Hesse
L'aforisma per questa storia di vita appartiene a Hermann Hesse, egli fu uno scrittore, poeta, aforista, filosofo e pittore tedesco naturalizzato svizzero, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1946.
La sua produzione, in versi e in prosa, è vastissima e conta quindici raccolte di poesie e trentadue tra romanzi e raccolte di racconti.
Ho scelto tale aforisma perché riproduce fedelmente la storia di vita che mi appresto a raccontare.
Una donna di 35, buona di cuore, pura nell'animo e soprattutto nelle intenzioni, la sua vita è una storia di libertà ritrovata, di rinascita, paralizzata all'interno di una relazione tossica, con un compagno che tradendo ripetutamente, non si peritava a nasconderle la verità, facendola sentire pazza.
Purtroppo, trovò un uomo che ancora viveva come fosse un sedicenne, senza adare peso alla fedeltà e soprattutto alla felicità dell'altro, ma solamente al proprio stupido ego, Francesca però non era una qualunque, Francesca decise di scappare, lei decise finalmente di amare sè stessa.
Come accade in molte relazioni tossiche, il soggetto fra i due che è realmente innamorato non vedendo arrivare alcun segnale dall'altra parte, finisce con l'annullare la propria vita, se non addirittura se stesso in favore dell'altra persona, viaggiando così con una benda, la quale impedisce di vedere la situazione con chiarezza e quindi capire che viene solo utilizzata dall'altra persona, solamente per il proprio ego...senza alcun ricambio emotivo.
Intrappolata in una relazione con un uomo che ancora si comportava come un sedicenne, dividendo amore da sesso tradendola tranquillamente, senza farsi alcun problema, non prendendosi nemmeno la responsabilità delle proprie azioni, la trattava come una pazza, eppure lei, una povera donna innamorata alla fine riuscì a scappare da ciò che le provocava solo dolore.
1-La fuga per la libertà
Francesca ebbe un passato estremamente difficile, duro, astioso, durante l'adolescenza si perse fra le droghe e l'alcool, ma ad un certo punto spinta soprattutto dalla propria famiglia decise di rinascere, decise per sempre di ricostruirsi, così passo dopo passo, riuscì ad uscire dai quei tunnel che per troppo tempo l'avevano intrappolata.
Tutto ciò fu possibile solamente grazie all'amore e alla perseveranza che la sua famiglia le donò.
Vestita della sua nuova, bellissima identità, arrivata a soli 23 anni, mostrando una maturità estremamente più grande rispetto alle proprie coetanee riguardo la capacità di impegnarsi, decise che era arrivato il momento di avere un compagno fedele, un figlio, una famiglia, insomma decise di costruire qualcosa per cui valesse la pena vivere, secondo i suoi ideali.
Purtroppo la vita le riservò un tiro mancino, conobbe Manuel, come ogni conoscenza iniziale sembrava essere l'uomo perfetto, meraviglioso, il principe azzurro, ma alle volte la brutale verità non ci mette molto a bussare alla porta.
Manuel sulla carta sembrava perfetto un uomo indipendente, con un lavoro ben pagato, già possessore di una casa, e...a parole, l'uomo più buono del mondo.
Il problema del credere alle favole è che molto spesso si distanziano dalla cruda realtà.
Molto presto iniziarono a convivere, le cose però si fecero subito complicate, tutti gli impegni di lavoro che lui continuamente manifestava, altro non erano che una scusa, scusa per non essere fedele, scusa per non impegnarsi, una scusa per giocare ad ogni scappatella come se ancora avesse sedici anni.
Le persone molto spesso quando sono innamorate diventano cieche di fronte a certi segnali, eppure Francesca si ritrovò a fare i conti con la dura realtà quando dopo mesi e mesi nei quali veniva trattata male, con freddezza e distacco estremi, si ritrovò sul telefono, inviato da un'amica comune mossa a compassione dai patemi d'animo della ragazza, una foto che poco lasciava spazio all'immaginazione.
Fu proprio in quel momento che Francesca, stufa di essere presa perennemente in giro, trattata da idiota a causa dei suoi dubbi, di fronte alla prova certa decise di andarsene, decise di scomparire per sempre dalla vita di quella persona.
Per tanto, sicuramente troppo tempo si era aggrappata ad un flebile filo chiamato speranza, ovvero...sperava che il suo compagno la rispettasse abbastanza da dirle sempre la verità, spetta che il suo compagno non fosse un bambino che non ragionasse secondo la logica stupida e primitiva secondo la quale "Siamo degli animali e nulla più".
Purtroppo per lei con quella foto la sua realtà di una vita è di una famiglia perfetta andò per sempre in frantumi, ma il danno più grande fu che non riuscì mai più a provare fiducia all'interno di una relazione.
Più volte nel tempo chiese a Manuel se fosse stata tradita, dal momento che tale gesto sarebbe stato l'unica spiegazione plausibile ai suoi comportamenti, eppure lui ogni volta, mostrando la sua piccolezza mentale ed emotiva, le mentiva serenamente, la trattava come un'anomalia da compagnia al fine di vedere rinvigorire il proprio ego, il proprio piacere personale.
Francesca dopo 4 anni buttati a cercare l'amore in chi la usava...scappò, finalmente trovò il coraggio di andarsene e per laseconda volta nella sua vita, riuscì a ricostruire completamente sé stessa.
2-Un lieto fine
Non si è mai più fidata, non ha mai più cercato una sola storia d'amore, eppure questo è proprio un lieto fine.
Sì, perché non è scritto da nessuna parte che una persona per essere felice debba essere accompagnato, sposato, oppure avere dei figli.
Ora Francesca ha 35 anni, sta uscendo con una persona...molto piano e a piccoli, piccoli passi, ma ha realizzato il suo sogno, quello più grande, essere di aiuto e stimolo per gli altri, per le persone che ha attorno.
Ha aperto una casa famiglia, forse il destino, per ora, non le ha ancora donato dei figli, ma le ha donato una quarantina di nipoti.
Mentre le parlo non posso fare a meno di guardarla negli occhi e non saprei rappresentare meglio la felicità, una donna realizzata, che nella sua vita ha schifato vari proiettili, ha subito varie delusioni, eppure adesso eccola qui davanti a me con un sorriso invidiabile, una carica positiva oltre ogni previsione.
Adesso è il ritratto di una persona felice, ha donato un pezzo di cuore ad ogni bambino della propri casa famiglia, mette il cuore in ogni cosa e questo non può che essere un miracolo, soprattutto contando tutte le volte che il suo cuore è stato brutalmente calpestato.
Non fa piani a lungo termine, eppure l'uomo che ha accanto, stavolta sembra essere sincero, sembra realmente volerla rendere felice.
Ho visto come lavora e la passione che mette nell'educazione dei "suoi ragazzi", e una cosa è certa è impossibile non ammirare un'anima così pura e di buon cuore.
Le sue ultime parole a fine intervista sono state:
"Ringrazio per ciò che di brutto Manuel mi ha donato, mi ha fatto capire che a differenza sua, che vede i rapporti come fossimo animali, io ero destinata alla maturità, a qualcosa di più."
Una piccola lacrima le riga il volto ripensando a tutte quelle prese in giro durate per troppo tempo, dopo una piccola pausa...ecco uscirle dalla bocca nuove parole:
"Merito qualcuno che mi consideri importante, che faccia di tutto per non perdermi, questi bambini lo fanno ogni giorno...ed io non potrei essere più felice."
Stavolta il suo pianto non è triste non ha il senso di una promessa non mantenuta o di fiducia rubata.
Stavolta il suo pianto è genuino di pura gioia, quello di una persona buona che, nonostante tutto, ha scoperto che esiste ancora del buono in questo mondo...ed è giusto combattere per esso.