Di Enrico Buongiovanni
"Non vale la pena avere la libertà se questo non implica avere la libertà di sbagliare."
Mahatma Gandhi
L'aforisma per questo articolo appartiene a Mahatma Gandhi, nel corso della sua vita è sempre stato un esempio di diplomazia e rettitudine, oltre ad aver sempre lavorato col nobile fine di perseguire la pace.
Le sue parole dimostrano una volta in più quanto nel nostro processo di crescita personale sia necessario sbagliare.
Proprio così, al fine di crescere e migliorarsi alle volte dobbiamo cadere, accettare di non essere perfetti, prendendo spunto da ogni caduta col fine di diventare persone migliori.
1-Dietro le sbarre
Questa storia riguarda un'intervista fatta ad un carcerato, una di quelle persone etichettata come difettosa, come sbagliata, una di quelle persone che non viene vista come qualcuno da aiutare, bensì come un prodotto difettoso da dover nascondere agli occhi della società.
È dentro per rapina con l'aggravante di procurato pericolo e possesso d'arma.
Da questa prima descrizione apparirà sicuramente un delinquente e niente più, invece dopo che ho ascoltato la sua storia tutto ciò che vedo è solamente un uomo che in preda alla disperazione inerente il non riuscire a provvedere alla propria figlia ha tentato un gesto folle, sbagliato, malato, ma per un motivo nobile, forte e giusto.
Sia chiaro non intendo dire che ha fatto bene, ma che semplicemente il suo gesto è comprensibile, il gesto di un padre disposto a perdere ogni cosa per il bene della figlia.
Non mi racconta per filo e per segno i dettagli della vicenda, non ama parlare di ciò che vorrebbe solamente dimenticare.
Dopo vent'anni di lavoro in fabbrica, complice la crisi, complice una classe dirigenziale che troppo frequentemente antepone gli interessi economici a quelli umani, si ritrova licenziato, per un pò negandosi ogni piccolo piacere riesce a tirare avanti con la disoccupazione, sua moglie se l'è portata via prematuramente il tempo, adesso lui vive solamente per la figlia.
Purtroppo il tempo passò, il misero conto 8n banca si assottigliò sempre più e le possibilità di trovare un nuovo lavoro data la sua età non proprio giovanile, sembravano pressoché nulle.
Arrivato al limite della sopportazione e con la depressione come unica compagna decise di provare a compiere una rapina, non pensando lucidamente la disperazione lo portò a compiere tale ed insano gesto, il finale è scritto nei suoi occhi, qui davanti a me che si lascia intervistare, parlando molto poco del perché e del per come è dietro le sbarre.
Ha deciso di rigare dritto al fine di avere una riduzione di pena per buona condotta, ha scritto più volte a sua figlia e oggi mi legge l'ultima che ha scritto.
2-Lettera di un padre alla figlia
"Mia meravigliosa e bellissima figlia, ti sto scrivendo una lettera, l'ennesima nel tempo.
Non ti scriverò ancora quanto ti voglio bene, però ti devo fare una confessione: all’inizio, eri soltanto un piccolo fagottello ma già mi avevi preso il cuore.
Inizialmente eravate solo tu e tua madre contro il resto del mondo, dopo la sua scomparsa ho fatto il possibile per essere il tuo riferimento, forse nel tempo ho compreso che ho sempre avuto più bisogno io di te e non il contrario.
È buffo come certe cose non cambino mai, inizialmente andavo avanti a farmi i fatti miei comportandomi da scemo, senza capire veramente quanto ti cambi diventare genitore.
Non ricordo il momento preciso in cui tutto è cambiato.
So solo che è successo.
Un attimo prima ero impenetrabile, niente poteva toccarmi, poi di colpo il mio cuore, non so come, mi batteva fuori dal petto, esposto a tutto.
Volerti bene è stata l’esperienza più profonda, intensa e dolorosa della mia vita.
È stato quasi troppo da sopportare, come padre, ho fatto silenziosamente voto di proteggerti dal mondo, senza rendermi conto che ero io quello che avrebbe finito col farti più male.
Se guardo al futuro mi si spezza il cuore. Soprattutto perché sono quasi sicuro che tu non parlerai di me con orgoglio, di non essere riuscito a starti vicino quanto avrei dovuto, infatti ti scrivo ancora dietro ad una cella.
Infondo come potresti? Tuo padre è un bambino nel corpo di un uomo a cui importa di tutto e di niente allo stesso tempo.
Sono sempre stato nobile nel pensiero, ma molto debole nell’azione. Qualcosa deve cambiare, a qualcosa devo rinunciare. Si sta facendo buio. Troppo buio poter vedere.
Sappi però che per i miei errori tu non devi affatto perdonarmi, questa è l'ultima delle verità che ti dono, figlia mia, io ti amerò sempre."
Finito di leggermela, i suoi occhi si fanno lucidi, il suo amore per la propria figlia è puro e genuino, ancora una volta un detenuto mi ha donato una preziosa lezione.
Questo articolo è questa scritta da un padre alla propria figlia ci dona un messaggio importante, ovvero che il bene donato e l'amore regalato se custodito, ecco che non sarà mai sprecato ma si mostrerà invece come un'enorme forza in grado di darci la spinta per migliorare che tanto andiamo cercando.