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Essere madre: la lettera di Alice ai suoi figli

Di Enrico Buongiovanni


Questa è la storia di Alice, conosciuta durante le mie ricerche inerenti associazioni e ong che rendono possibile quella meravigliosa cosa che è il volontariato nei cosiddetti paesi del terzo mondo, donando così a chiunque la possibilità di donare un aiuto concreto.

Imbattendomi telefonicamente nella onlus per la quale lavorava, ecco che conobbi Alice.

Dopo qualche parola di circostanza ecco che fissammo un incontro.

Ci vedemmo durante un assolato mercoledì pomeriggio e parlammo ognuno delle rispettive esperienze, il tempo passava senza che ce be rendessimo conto io le raccontai delle meraviglie e contraddizioni che vidi in India, per poi finire raccontandoci tutte le esperienze vissute a più riprese in Africa, in particolare a Nairobi e di come in quei posti, ormai, ci avevo lasciato il cuore per sempre.

Dopo avermi ascoltato con molta attenzione ed una empatia nota solo alle persone fortemente sensibili e di cuore, ecco che mi racconta la sua vita, una vita incredibile, una vita forte, una vita realmente degna di essere vissuta.


1- Una vita differente, una vita per gli altri

Così iniziò il suo racconto, ambientato in una terra dove la natura vive ancora padrona dei luoghi senza venire soffocata dal cemento.

Parlando ancora un pò venni a conoscenza  che quelle due settimane in Italia altro non erano che la sua pausa, le sue ferie, dato che lei viveva ormai da tanti anni in Sud america, in uno di questi posti dove i bisogni primari non erano soddisfatti, poichè non solo non era la normalità che tutti avessero il minimo indispensabile, anzi addirittura tale soddisfacimento era, (e lo è tutt'ora), visto come un lusso.

Alice ai tempi prima di inoltrarsi in quelle terre, per la precisione nelle baraccopoli di Cidade de Deus a Rio de Janeiro in Brasile, lavorava come impiegata di banca dai 19 anni fino al compimento del 31° anno di età, ecco che quell anno subì un forte blackout emotivo.

Alice è sempre stata incline al volontariato, che percorreva assiduamente durante il suo tempo libero in Italia, donando il suo tempo ad una casa famiglia, prendendosi cura delle più disparate situazioni, ma ecco che la sera sentiva che le mancava qualcosa, sentiva che poteva fare di più, sentiva che doveva fare di più, arrivò a sentirsi quasi in colpa ogni volta che tornava a casa nel suo appartamento attrezzato con ogni tipologia di comfort, e intanto la sua mente vagava, non riposava mai, pensava continuamente a chi non poteva concedersi niente di quella che per lei era la normalità.

Fu così che un bel giorno si dimise dal lavoro e se ne andò in quelle baraccopoli che tanto aveva visto nei documentari ma che mai aveva vissuto in prima persona, decise di uscire dall'Italia poichè si ritrovò a constatare che fuori dal paese a forma di stivale esisteva una povertà ancora più nera, dove i bisogni primari bene o male venivano soddisfatti, ecco che invece così non succederà nel cosiddetto terzo mondo, la soluzione più logica quindi, prendere tutto e partire, aiutando dove il bisogno era realmente molto alto.


2- La nuova Alice in Brasile

Gli anni passano e da semplice volontaria, diventa collaboratrice, fino a staccarsi completamente, decide così si aprire una casa famiglia in quella parte di mondo che Dio sembra aver dimenticato.

I casi che ha trovato sono numerosissimi ed estremamente differenti, ha creato un programma di rieducazione giovanile in un luogo dove la delinquenza e la criminalità minorile in ogni loro forma sono purtroppo all'ordine del giorno.

In una di quelle notti stregata dalla luce delle stelle, non ricordava di averle mai viste così splendenti, e dal profumo delle piante e della terra che la circondavano, ecco che viene come ispirata, poichè in quel momento comprese che non aveva mai avuto figli biologicamente suoi, eppure eccola lì  madre di 43 bambini dimenticati dal mondo e alcuni addirittura dalle proprie famiglie di origine. 

Scrisse loro una lettera che lesse il giorno seguente seguente a tutti loro, adesso quella lettera se la porta sempre appresso per ricordare a sè stessa la meravigliosa vita che ha avuto il coraggio di afferrare ed ecco che mentre la legge non può fare a meno di piangere, poichè anche solo 2 settimane lontana dai suoi figli le pesano sul cuore più di ogni altra cosa, con un forte sospiro si fa coraggio e inizia a leggermela:


"Cari bambini, anche se biologicamente non sono io la donna che vi ha dato alla luce, sento di essere vostra madre, inizialmente cercavo di allontanare questo pensiero ma giorno dopo giorno mi ha scavato sempre più a fondo, il vostro continuo chiamarmi mamma, il vostro amore che ho sempre continuato a ricevere.

Vi conosco tutti da quando eravate veramente molto piccoli e anche se la mia vista e la mia mente vi vedono cresciuti, più grandi e più maturi, ecco che il mio cuore mi impedisce una chiara e reale visione delle cose, mostrandovi a me come i bambini di un tempo i bambini di sempre, vi amo profondamente come il primo giorno che il mio sguardo si posò su di voi.

Vi prego di comprendere che quando sono dura con voi ecco che è solamente per il vostro bene, in fin dei conti una madre vuole solo la felicità dei propri figli.

Di cuore ecco che vi chiedo di aiutarmi a stravi vicino, poiché anche se nelle vostre parole esprimete tutta la vostra gratitudine per quello che vi do, io nel mio intimo so che non potrà mai esistere gesto, comportamento o azione che possa ripagare il benessere, la rinascita e la scoperta dell'anima che voi avete donato a me.

Vi amerò per sempre, vostra madre."