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Come un libro: la storia di Manuel

Di Enrico Buongiovanni


Manuel è nato in una piccola città, in un paese segnato dalle difficoltà economiche e sociali. 

Fin dai primi anni di scuola, non era raro sentirlo definire “menefreghista” o “svogliato.” 

Gli insegnanti e i compagni avevano presto etichettato Manuel come uno che non aveva ambizione, che non sapeva fare altro che bighellonare. 

Nessuno si preoccupava di vedere cosa ci fosse oltre il suo atteggiamento sfuggente e, ben presto, nemmeno lui se ne preoccupò più.

Gli anni dell’adolescenza passarono con questa reputazione cucitagli addosso. Crescendo in una comunità dove l’uscita dalla povertà sembrava un miraggio, Manuel iniziò a identificarsi con quell’etichetta negativa. 

Era convinto di non valere niente, di non avere alcuna possibilità di realizzarsi. 

La scuola non lo interessava, perché nessuno sembrava disposto a credere in lui. 

I pregiudizi e le pressioni sociali lo spinsero a isolarsi sempre di più e, nel tempo, iniziò a comportarsi esattamente come ci si aspettava da lui, come se fosse la strada più facile.

Ma un desiderio di cambiamento cresceva silenziosamente in lui. 


Il desiderio di cambiamento 

Sapeva che, restando nella sua città natale, avrebbe continuato a vivere nell’ombra di quelle etichette. 

Così, raccolse il coraggio per lasciare tutto e trasferirsi in Europa, alla ricerca di una vita migliore. 

Nonostante le difficoltà, era determinato a trovare la sua strada. 

Arrivato in un paese straniero, però, si accorse presto che le sue sfide non erano finite. 

Adesso le etichette cambiavano forma: veniva considerato lo “straniero”, l’“immigrato”, l’“opportunista”, come se avesse scelto di lasciare la sua casa per sottrarre qualcosa a qualcuno.

Manuel dovette imparare a ignorare sguardi giudicanti e commenti che sembravano perseguitarlo ovunque andasse. 

Ogni lavoro che riusciva a trovare era temporaneo, sottopagato, e spesso gli veniva detto senza mezzi termini che si trovava lì solo per svolgere i lavori che nessun altro avrebbe accettato. 

Ma il dolore di queste esperienze, che si sommava a quello dei pregiudizi con cui era cresciuto, non lo spezzò: al contrario, lo rese più forte.

Un giorno, lavorando in un ristorante come cameriere, Manuel conobbe delle persone che cambiarono per sempre la sua vita. 

Erano clienti abituali, una coppia di artisti che, notando la sua gentilezza e il suo modo di fare attento, cominciarono a parlare con lui. 


La svolta

Manuel raccontò loro la sua storia, e per la prima volta qualcuno lo ascoltò senza pregiudizi. 

La coppia lo invitò a partecipare ai loro eventi, a leggere libri sulla crescita personale e ad approfondire le sue passioni. 

Gli fecero scoprire che dentro di lui c’era una forza e una bellezza che nessuna etichetta avrebbe mai potuto sminuire. Attraverso la loro amicizia, Manuel iniziò a vedersi in modo diverso, comprendendo che il suo valore non era determinato dalle etichette che gli altri gli avevano appiccicato addosso.

Dopo alcuni anni in Europa, Manuel decise di tornare nel suo paese d’origine. Ma questa volta, con un obiettivo ben chiaro. 

Voleva trasformare la sua esperienza in qualcosa di utile, non solo per sé, ma per chiunque si sentisse intrappolato da giudizi ingiusti. 

Così, con i pochi risparmi messi da parte, aprì un’agenzia che offriva supporto a chiunque volesse trovare la propria strada. 

Manuel dedicò la sua vita a fare ciò che gli era mancato per tanto tempo: aiutare le persone a scoprire il loro vero valore, a guardare oltre le etichette, e a credere nelle loro capacità.

L’agenzia di Manuel divenne rapidamente un punto di riferimento per giovani e adulti, attratti dalla sincerità e dall’empatia con cui li accoglieva. 

Lui, che per tanto tempo era stato considerato inutile, svogliato, senza ambizione, era ora un esempio di resilienza e coraggio. 

La sua storia ispirava ogni giorno le persone che si rivolgevano a lui per cercare una nuova direzione nella loro vita.

Il viaggio di Manuel non fu semplice. Ogni traguardo raggiunto era il risultato di una lunga battaglia contro i pregiudizi, contro le etichette che gli altri gli avevano imposto e che lui stesso aveva finito per accettare. 

Ma Manuel aveva imparato che, in fondo, ogni difficoltà incontrata lo aveva aiutato a costruire la forza necessaria per diventare l’uomo che era. 

Quello che per molti sembrava un destino già scritto era, in realtà, un percorso verso la scoperta di sé. 

Oggi Manuel vive per dare agli altri ciò che lui ha faticosamente conquistato: la capacità di credere in sé stessi, anche quando il mondo sembra dirti il contrario.